mercoledì 5 aprile 2017

Social e musica, dialogo con la cantante e autrice Silvia Tancredi



Silvia Tancredi, cantante e autrice. E' un'artista molto ricercata dal punto di vista vocale, dotata di una voce adatta per diversi stili, tra tutti il gospel.
Abbiamo chiesto all'artista alcune impressioni relative al suo libro sulla musica e i social.
In un mondo in cui tutto è facile, tutto sembra in maniera illusoria raggiungibile, per lei che è stata un'artista dalla lunga gavetta, quale consiglio si sente di dire a chi si affaccia al mondo della musica?
Il primo consiglio che mi sentirei di dare è quello di non farsi trovare impreparati, perché quando la musica bussa nella tua vita richiede che tu sia pronto ad affrontare scelte significative e sacrifici importanti, o almeno, per me è stato, ed è ancora oggi così. Per cui, come ogni elemento importante della nostra vita, è bene averne cura, cercando di perfezionare ogni dettaglio per non lasciare nulla al caso o alla sola fortuna.
Oggi la musica italiana è paradossalmente più presente di prima nella tv, ma questa presenza è sinonimo di qualità?
Sarò sincera: purtroppo questo non è un binomio che dà sempre un risultato positivo: spesso i tempi televisivi non combaciano con quelli relativi alla costruzione di un progetto musicale, e questo spinge produttori, discografici e addetti ai lavori a compiere scelte sempre più in funzione dello share televisivo e meno della qualità della musica messa in campo.
Per invertire questo rischio di "artisti usa e getta" se lei fosse un direttore di rete, un regista, quale programma tv vorrebbe realizzare?
Un format di presentazione per nuovi progetti artistici, con esibizioni dal vivo, e dedicherei una puntata ad ogni artista dando così la possibilità al pubblico di conoscere un po’ più a fondo le nuove realtà musicali, epurando il programma da ogni contenuto che ricordi un talent o un reality show. Forse è pura utopia, ma se si educasse il pubblico al bello le persone imparerebbero ad abituarsi, come d’altronde accade già con qualsiasi contenuto televisivo, anche i più bizzarri.
Molti dei cantanti usciti dai talent non hanno un loro repertorio, hanno sì una bella immagine, ma difettano nella scelta dei brani. Secondo lei un Battisti un De André oggi avrebbero senso?se sì esistono nomi di cantanti o gruppi che lei trova interessanti?
Se si nomina Battisti e De Andrè in qualità di grandi autori, io credo che oggi farebbero molta fatica ad emergere se non si piegassero al sistema dei Talent e a quello televisivo più in generale, perché purtroppo oggi il mondo della discografia è completamente assorbito da questo tipo di meccanismi e si fa molta più fatica a investire e rischiare che in passato. Chi trovo interessante tra gli artisti di oggi?.. Direi Bruno Mars.
Quale musica ascolta Silvia Tancredi?
Il gospel continua ad essere una della mie più grandi passioni e per questo nella mia quotidianità non mancano mai artisti come Kirk Franklin o Yolanda Adams, ma più in generale sono appassionata di musica americana, per cui ascolto dai più grandi maestri come Steve Wonder alle giovani proposte come Alicia Keys.
Guarda mai Sanremo?ha mai pensato di proporre un suo brano?
Si, certo, ogni anno seguo Sanremo, anche se negli ultimi dieci anni all’incirca devo dire che la mia attenzione e curiosità sono state attratte molto raramente. Il mio progetto è arrivato fin nelle mani della commissione, ma purtroppo i diversi direttori artistici hanno sempre deciso di escludere la mia musica, e le ragioni rimangono e rimarranno per sempre un mistero.
"La voce e il talent show", si sente di demonizzare tutto ciò che ruota attorno a questo mondo?c'è qualche artista uscito dai talent che ha realmente secondo lei talento?
Per me la parola “talento” ha un grande significato e ritengo che un’esperienza come quella del talent show, da sola, non possa definirla in maniera definitiva. Credo che, oggi come nel passato, sia l’intero percorso e quello che tu lasci lungo il tuo cammino a definire se ciò che ti apparteneva era davvero il talento.
Lei è anche insegnante di canto, quanto per un cantante/gruppo è importante saper cantare e quanto un cantante dovrebbe studiare per definirsi tale?
Domande come questa mi fanno sempre un po’ sorridere, è come se chiedessi ad un insegnante di pianoforte quanto sia importante saper suonare il pianoforte per potersi definire pianista. Non crede che sia un controsenso? Certo è importante studiare e avere una cultura il più approfondita e aperta possibile. Il sapere equivale a libertà.
Progetti per il futuro?

Sto lavorando al mio nuovo album, e questo è uno dei momenti che amo di più del mio lavoro. Inoltre presto tornerò negli Stati Uniti per alcuni concerti importanti.





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